Buonasera a tutti, spagnoli e non. Considerando che è da qualche giorno che non avete la possibilità di farvi i cazzi miei, cerco immediatamente di recuperare, anche perchè (come è ormai risaputo) il Lunedì prima di cominciare a lavorare mi devono frustare ripetutamente perchè non c’e’ proprio verso di mettersi con il cuor in pace che è ricominciata un’altra settimana, quindi ogni scusa è buona per farmi i cazzi miei.A dimostrazione di ciò, mi sono appena alzato, mi sono recato nella stanza accanto ed ho fatto a Giampaolo il classico gesto della mano che a palmo aperto (ma con le dita attaccate) si avvicina e si allontana ripetutamente dal pisello, comunemente conosciuto con il nome di minchia, o Filiberto. Dunque, l’ultimo intervento da me inserito (il cane sanguinario) risale al 4 Maggio, e quindi ci sono ben tre giorni di cui farvi sapere la storia.
5 Maggio:
Note: Quarto anniversario dello scudetto gentilmente offerto da Moratti alla Juve.
Rapporto: La giornata di Venerdì fino alle 22.30 non offre niente di interessante da dire, visto che ero in ufficio e pure solo dato che Giampaolo e Angelo non c’erano e Danilo non è diciamo il tipo che fa conversazione. Alle 22.30 mi passa a prendere Mirko con Massimo versione "ste muriannu ru suannu", e ci rechiamo alla "Tavernetta di Johnny" dove Giampaolo festeggia la Laurea, e in definitiva, si mancia e si vivi a gràtis che non fa mai male. Tra i regali c’era pure un pallone che Gabriele ha ovviamente, simpaticamente e immediatamente adottato come un figlio. Verso l’una smuntamu tutti perchè Massimo doveva andare a casa, e quindi per l’effetto domino se ne va quello, quello, quell’altro, ed alla fine se n’e’ andato pure il proprietario della Tavernetta di Johnny (mai visto un effetto domino così drastico), che adesso cerca nuovi proprietari.
6 Maggio:
Note: Primo anniversario del 6 Maggio dell’anno scorso.
Rapporto: Come al solito la mattina di Sabato è all’insegna del letto, e di me suaru ca m’arruspigghia scriviannu o computer. Mi alzo nel primo mattino alle 12 e subito parto per la cucina dove manciu nzuaccu mi capita a tiru. Dopo di chè mi metto al PC e continuo le traduzioni di Andy Kaufman (che ormai stannu finiannu), fino ad ora di pranzo. Dopo mangiato, versu i quattru, mi rimetto al computer ed insieme con Mirko cerchiamo di consare il Sabato per incocciare Mary (non J-Blige, e nemmeno Jane). Niè, un ci fu biassu. Un’amica sua non poteva sapiddu picchì, n’avutra mancu picchì mi pari a via a purtari u cani nnò veterinariu e quinni spumaru tutti cuasi. Mirko un si putiava appaciri ed è arrivato addirittura ad offrirle il passaggio, ma alla fine ha dovuto cedere ed è uscito con Marco. Io e Manu, invece, nisciamu o stissu e dopo essere passati da Crash Dischi (talè, lassamu piardiri… No, ancora non gli è arrivato il CD dei Within Temptation… Ru misi fa m’avia rittu "la settimana prossima sicuro"… Sapiddu comu cazzu i cunta i simani chistu…), il giro ci porta nella classica "Ricordi Island" (a proposito nella lista dei DVD ce ne sono due nuovi se controllate… E pure se non controllate solo che non li vedete), e poi a vedere le foto che ci sono per ora al Politeama. Alcune troppo belle, alcune molto belle, alcune belle, alcune normali, alcune ca si putiavanu sparagnari e alcune ca faciavanu lanzari (tipo quella con il macello delle vacche…). Poi un, due, tre tutti a casa olè e si attende con (im)pazienza la sera. Appuntamento da Adriano (a via Brucellè), dove io giungo con Manu, e dove ha nidificato ormai da tempo la sorella di Adriano, scherzi a parte, un gran bel pezzo di sorella (Adrià, basta un ti nkuiatu kiù… Almeno nfinu a qaunnu ti viu arriari…). Aspettiamo gli altri (alla fine eravamo, io, Adriano, Manu, Mirko, Marco, Antonella, Michela, Filippo, Ivana, Antonio, Gabriele, Angelo e Giampaolo), e sfrecciamo con le macchine in direzione…. Talè, mancu vu ricu tantu già u sapiti… Champagneria… (Ma prima, io e Manu cacamu a minkia a tri condomini sunannucci praticamenti a menzannuatti). Durante il rosso dei semafori, io scendo dalla macchina ripetutamente pì pigghiare a buaffi Antonio, o tirarici carta, o infilaricci il deplian dell’agenzia di Viaggio nnà magghina (a proposito Manu, fattillu rari ca nni siarbi stu cuasu…). Quando siamo quasi giunti alla meta, ci chiama Piero che voleva essere preso al Chioschetto della frutta, e come al solito (qualora ce ne fossimo dimenticati), ci dimostra di avere padronanza della lingua italiana pari a quella di Biscardi:
"Io SONO al Chioschetto"
"Ok, stiamo venendo".
In quella semplice frase ci sono due errori assolutamente palesi e quindi normali:
1 – Intanto non sei al chioschetto, perchè sei Piero.
2 – Non sei ANCORA al chioschetto… C’arriverai tra mezz’ora figghiu i suca stigghiuala…
Arriviamo e aspettiamo tre ore a stu figghiu ra suca cupirtuni ca curnutu iddu siddu spunta. Mentre io sono in giro per il Chioschetto a cercarlo, Manu mi fa cenno con la mano tipo a dire "Oh, Sà!". Mi avvicino e biu ca o latu a iddu c’e’ n’a’ picciuatta, e biri tu a cu jamu a n’cucciari pruapriu a Mary. Mah, viri i cuasi. Comunque è rimasta poco perchè c’era n’amica sua ca praticamenti s’a’ tirò e quinni ddopu cinqu minuta sinn’app’a’ gghiri. A facci i Mirko. Comunque dopo sei pleniluni u Mylord Piero s’arricampa (nel frattempo una macchina si era screpentata con un palo, e finalmente come nei film al rumore improvviso di frenata di macchina, ha fatto seguito un sano "Craaashhhhhhhhh"). Ci rechiamo verso la champagneria dove tra solite minchiate e non si fannu i tri e mianza. Nonostante ripetutamente dicevo "oh, ma quannu ninni jamu?", Piero e Adriano s’avianu a futtiri a birra e quinni un c’era viassu ri smuvilli. Dopo avere preso un pezzo da Ganci vicino casa di Piero, finalmente, versu i quattru e macari arrivavu a casa arrusu io (anche se l’indomani non era festa).
7 Maggio:
Note: Sucatimilla comu l’uavu
Rapporto: La Domenica, come il Sabato, inizia non prima delle 12, e fino alle partite non c’e’ un cazzo da segnalare. Finite queste, sinceramente niente, mentre invece dopo cena nemmeno.
Concludo con il dire che.*
*= Non mancano parole, volevo proprio dire "che".
Ciè…