Archivio per ottobre, 2009

Per ora sono come un bambino

Posted in Senza categoria on 28 ottobre 2009 by campa100anni
Un bambino che è sicuro di avere imparato a camminare e lascia le mani del padre. Solo che appena fa il primo passo cade e capisce che ancora non ha imparato.

Pioggia e notte e arcobaleno e pensieri liberi

Posted in Senza categoria on 24 ottobre 2009 by campa100anni
La pioggia e la notte si mettono spesso insieme. Inutile dire che il "risultato" è spettacolare. Pensavo. Pensavo che sarebbe curioso se l’arcobaleno venisse fuori anche di notte. I colori sarebbero più scuri, no? Perchè, sai, non ci sarebbe il sole. E se fossero più scuri, sarebbero comunque sette? O sarebbe un arcobaleno diverso, più povero? Oppure quello di giorno, per mantenersi più bello, aumenterebbe quelli suoi ed avremmo un arcobaleno di giorno con otto, nove colori? Ma poi perchè quello di giorno dovrebbe mantenersi più bello? "Mantenersi"? Se diciamo "mantenersi" vogliamo dire che più bello dovrebbe già esserlo adesso. E invece non credo proprio che, avendo un arcobaleno di notte, quello di giorno risulterebbe il più bello. Eh no. Il più bello sarebbe quello di notte. E allora potrebbe essere lui ad aumentare i colori. Così, tanto per stravincere. Tipo… Mmm… Chessò… Blu scuro, viola, nero… E poi boh, varie tonalità di questi colori magari o altri non sono un pittore, non so. Cos’è l’arcobaleno? Un grosso pezzo di scotch per aggiustare il cielo che si è rotto causando la perdita d’acqua e quindi la pioggia. No? Allora forse un enorme smiley triste (senza occhi però, solo la bocca) che indica che il cielo ha appena pianto. Oppure semplicemente la via sulla quale galoppano i minipony. No non ci credo ai cavalli con le ali. Boh, argomento in stend bai.
Un’altra cosa alla quale pensavo è che si dice spesso "ah, vorrei una bacchetta magica per avere questo e quello e quello". Io penso che a volte, invece, le cose belle sia bello guadagnarsele e sudarsele. Nascere figlio del Berlusca è comodo, certo, però ogni tanto è più bello potere dire "questo me lo sono guadagnato io". Il problema, in questo caso, è che a volte manca la voglia o la motivazione o la forza di farlo. Ed allora si finisce con l’abbandonare. Col rinunciare. E allora si dice "ah avrei voluto avere una bacchetta magica" e siamo punto e da capo. Circolo vizioso rulez. Pensieri senza capo ne coda. O senza testa ne croce. Discorsi persi và. Pazienza. Sto blog ne ha visti tanti di discorsi persi, qualcuno in più non fa differenza. "U me spaziu e curnutu cu mu tuacca". Una volta, ricordo, uno mi aveva chiesto (questo era del nord sapiddu di dove) cosa significava. Mi aveva scritto tipo "significa: il mio spazio è cornuto come il tuo qua?", io ci rissi "kiii?" e questo mi fa tipo la scansione "u me spaziu è curnutu cumu tua cca" ed in effetti vista così aveva ragione. Però era sbagliato perchè ovviamente non voleva dire quello. E allora aveva ragione e torto allo stesso momento. Pazienza. Chissà che fa questo ora, e se si ricorda di avermi scritto sta cosa. Boh, credo di no. Certo che sarebbe un peccato se, chessò, il server che gestisce tutti gli spaces si fottesse. Perderei un casino di cose, di commenti, di storie, di racconti, di poesie. Boh, speriamo di no. Se poi proprio dovesse capitare, pazienza. Mentre fuori la pioggia e la notte continuano a fare l’amore, io continuo a mescolare pensieri e parole. Perchè qua non nevica mai? Piove, grandina, tira vento e non nevica. E’ un peccato. Non c’e’ nemmeno la nebbia. Miiii, la nebbia. Quanto mi piace la nebbia. Mirko ricorda quante volte gli ho rotto le palle chiedendogli quando saremmo andati a fare volantinaggio ad Enna dove, a detta sua, spesso c’era nebbia. Bello, camminare in un bosco con la nebbia o ancora meglio in una città deserta coperta di nebbia una mattina prestissimo tipo alle cinque di mattina è uno dei sogni che sicuramente resterà tale in my life. Peccato. Anzi, pazienza. Chasy mi guarda (indossando il braccialetto – collana di Giulì) fisso. L’ho fatto uscire una volta sola da quando l’ho portato in Italia. Poverino, è un pò poco. Me ne rendo conto. Rimedierò. Lo farò uscire ancora. Promesso. Il tempo passa, le cose cambiano. Non tutte però. Alcune restano uguali. A volte sono cose belle, altre volte no. Sarebbe bello se il signor destino, o meglio il signor tempo, ci dessero un modulo da compilare. In questo modulo dovrebbe esserci scritto tipo "lista delle cose che vuoi che restino uguali da qui a cinque anni" e riconsegnarcelo ogni cinque anni. Così uno può decidere cosa cambiare e cosa no. Sarebbe comodo. Poi ci sono cose che cambiano ma non dipendono da te, e quelle sono forse le peggiori. Cioè tu pensi "ma che cazzo, io non ho fatto niente sono ancora quello di prima com’e’ che è successa sta roba?". E li è un casino perchè, bohhhh. E’ successa e sticazzi. Pazienza. Perchè i clown fanno paura? Non dovrebbero fare ridere? Perchè i bambini piangono quando ci sono i clown? I clown spesso sono utilizzati dalla cinematografia, o dalla letteratura o ormai dalle tendenze popolari, come strumenti del male. Killer, fantasmi, pazzi, mostri, sono tutti clown. Dietro un clown si nasconde il più delle volte un assassino, o un mostro, o tutti e due. Perchè? Aspetta, forse proprio per questo i bambini piangono quando vedono i clown. Perchè li associano alla paura? O no? E se invece per primi fossero arrivati i pianti dei bambini e poi ad andargli dietro fosse stato il cinema, la letteratura e la gente? Possibile. Allora qual’e’ la soluzione? E’ nato prima l’uovo o la gallina? Boh. Non si sa. Una cosa è certa. Io non farò mai il clown. Ah, e un’altra cosa. Non farò mai (più) il bambino. Lo sono stato, sai? Veramente. Per tipo 9, 10 anni. Com’è? Bello. Mi pare di ricordare almeno. Eh, mi ricordo che piangevo perchè volevo diventare grande. Mi ricordo che guardavo mio padre e gli chiedevo tipo "ma tu quanto ci hai messo a diventare grande?", roba che uno psicologo avrebbe potuto campare solo con me per quindici anni. E piangevo, perchè volevo diventare grande pure io. Adesso potrei fare la solita manfrina sul "eh, oh, che bello essere piccoli, vorrei tornarci adesso, che bello e qui e la.". Che ddupalle, sentito e risentito .Però in effetti è vero. Ed allora si. Eh, oh, che bello essere piccoli, vorrei tornarci adesso, che bello e qui e la. A questo proposito, esprimo un pensiero che non ho mai avuto modo di esternare. Avete presente quando uno guarda un bambino e dice tipo "eh, chi pinziari hai?". Il significato è chiaro, no? Vuol dire "eh, i tuoi problemi non sono niente in confronto ai miei". Giusto? Ecco, questa secondo me è una cazzata colossale. Perchè? Perchè i problemi sono sempre difficili da affrontare, altrimenti non sarebbero problemi. Mi spiego. Ovvio che i pensieri di un bambino di cinque anni sono cazzate in confronto ai pensieri di uno di trent’anni. Il punto è che tu lo hai capito solo venticinque anni dopo. Tu, che hai trent’anni, lo sai. Il bambino, che ne ha cinque, no. Quando tu avevi cinque anni, se fosse venuto un trentenne e ti avesse detto che i tuoi pensieri erano cazzate in confronto ai suoi gli avresti creduto? No, ovviamente. Perchè un bambino di cinque anni il mondo lo vede con gli occhi di un bambino di cinque anni. Da importanza ad altre cose, ha altre sensazioni, prova altre cose. E quando queste cose si inceppano, per lui sono cazzi. Quando vai in prima elementare il tuo mondo sono i compiti a casa, la maestra, e la compagnetta. Se non sai fare un compito, o ti rimprovera la maestra, o la compagnetta non gioca con te per te questi sono problemi. Guardandoli adesso con gli occhi di un trentenne ti sembrano stronzate, ma quando eri li anche tu ti sembravano enormi. E allora non esiste "i miei problemi sono più gravi dei tuoi" perchè ognuno ha dei limiti, eccede in qualcosa e pecca in qualcos’altro. Se una situazione è fuori dalla TUA portata perchè supera il limite o pecca dove tu eccedi ed eccede dove tu pecchi, quello PER TE è un problema. Non mi serve a niente che Giacomino venga e mi dica "eh, ma che è un problema questo? Ma finiscila. I miei sono problemi, no i tuoi". Ma baffanculo. Per te questo non sarebbe un problema magari, ma per me si. E quindi il mio problema non è meno grave del tuo. Nè il tuo è meno grave del mio. Si chiama problema proprio perchè l’interessato non è in grado (o ha difficoltà) di risolverlo. Non so se è chiaro il concetto, è un pò astruso o semplicemente mi spiego di cacca. Va visto tutto in proporzione. Per me questa situazione CONSIDERANDO I MIEI LIMITI E LE MIE POTENZIALITA’ rappresenta un problema. Per te magari no. Tu magari al posto mio affronteresti la stessa situazione mille volte meglio. Ma non perchè sei meglio di me, solo perchè sei diverso e magari  sei più predisposto ad affrontare una cosa del genere. Possibilissimo che io sarei in grado di risolvere meglio di te una situazione problematica per te. No? Si. Tutto questo per dire che l’espressione "ma chi pinziari hai" frequentissima ed usatissima è, in realtà secondo me, una grossa stronzata o per lo meno lo è quello che vuole dire. Non ci sono corrispondenze dirette con la mia persona, nel senso non parlo di un fatto accadutomi, è tutto un discorso generale. Non permettete mai a nessuno di dire che è meglio di voi, perchè non esiste essere migliore o peggiore. Esiste essere così o colì. Il mondo è bello perchè è vario, tutti siamo partiti da zero anni, tutti siamo nati piccoli e tutti abbiamo cagato nel vasino. Se c’e’ qualcuno che fa lo scienziato e qualcun’altro che fa il lavascale (con tutto il rispetto) non è perchè lo scienziato è più intelligente, è solo perchè lo scienziato ha seguito una strada che lo ha portato a sviluppare una determinata capacità. Si è impegnato di più. Ha avuto magari più forza di volontà, ma non è stato più intelligente. Nasciamo tutti da una mamma ed iniziamo tutti partendo dallo stesso punto. E’ una gara nella quale partiamo tutti insieme. Nessuno parte avvantaggiato e nessuno è cretino. Mettetevi in testa che potete fare quello che volete. Potete essere quello che volete. Anche chi vi sta davanti in un momento della sua vita si è trovato all’inizio. E sicuramente anche lui ha pensato "ma che devo fare, ma devo riuscire proprio io? Ma dove devo andare? Non ce la farò mai, non è cosa mia.". Poi però, invece, le cose sono andate diversamente. Non c’e’ motivo per cui non possa accadervi la stessa cosa. Credete. Provate. Non ci sucate la minchia e non vi buttate a terra. Poi oh, sono consigli. Azzi vostri. Come dire, se volete li potete accettare, se non volete… pazienza.

Se queste mail non ci fossero bisognerebbe inventarle…

Posted in Senza categoria on 8 ottobre 2009 by campa100anni
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