Archivio per gennaio, 2008

Intervento dinamico

Posted in Senza categoria on 31 gennaio 2008 by campa100anni
 
Perchè "dinamico"? Perchè per una volta non è un intervento atto a raccontarvi qualcosa, ma è un intervento atto a raccogliere le vostre opinioni in merito ad una cosa. L’avrete sentita mille volte e non c’e’ una risposta fissa. Non c’e’ una risposta esatta e non c’e’ una risposta sbagliata perchè queste cose lo sanno tutti vanno completamente a cazzo di cane senza alcuna apparente logica ma comunque giusto per curiosità per sapere cosa ne pensate io vi chiedo:
secondo voi la "coppia perfetta" è composta da due persone che hanno gli stessi gusti, lo stesso modo di vedere le cose ed in generale sono uguali, oppure confermate che "gli opposti si attraggono" e uno può trovare affascianti le diversità dell’altro?
Non ci sucate la minkia che vi ho fatto un’intervento che potete commentare tutti, quindi il primo che legge e non espone il suo punto di vista ce l’ha piccolo.

Weekend a Londra

Posted in Senza categoria on 28 gennaio 2008 by campa100anni
 
E allora documentiamo qualcosa di ‘sta Londra.
Intanto faccio subito una premessa piccola piccola, ma grande grande, e cioè che Londra è troppo bella e punto ed accapo.
Eravamo partiti con alcuni dubbi, primo tra tutti l’effettiva esistenza dell’Ostello (Acacia Hostel per la precisione) visto che il sito Internet che avevano era "aggiornatissimo" al 2005, e visto che non rispondevano a nessuno dei due indirizzi E-mail. Altro grosso dubbio era che tempo avremmo trovato lì, o meglio, quanto freddo ci sarebbe stato e di conseguenza quante sciarpe, stufe e maglioncini vari avremmo dovuto portare. Poi c’era la paranoia di non riempire troppo gli zaini visto che avevamo un solo bagaglio a mano a testa, che non doveva superare i dieci chili, che volevamo lasciarlo non troppo pieno in modo da avere spazio per eventuali souvenir e cazzi e mazzi e ramurazzi. Alla fine i dubbi si sono andati via via sciogliendo e tutto è andato bene. A cominciare dal viaggio di andata, che tanto gli ho gufato prima "tanto poi cadiamo, tanto poi cadiamo" che c’erano vuoti d’aria di tipo 5 secondi, l’ala (a proposito 6 volte ho preso l’aereo nella mia vita, 6 volte sono stato piazzato perfettamente accanto all’ala) tremava ed "annarbuliava" come una pazza ed ad un certo punto uno dietro di me mi ricordo che fa "sta precipitando…". Belli cuasi. Intanto accanto a noi c’era una signora inglese che se avesse potuto ci avrebbe certamente lanciati giù dall’aereo perchè mischinazza non c’era verso di leggere tranquilla il suo libro, visto che nel momento più silenzioso del nostro viaggio cantavamo "Bumbularu"… Comunque alla fine (dopo 3 ore di volo, che non sembra ma sono pesanti, specie quando causa tutte ste turbolenze non ti fanno nemmeno alzare) atterriamo finalmente a Stansted aeroporto "leggermente" fuori Londra (in confronto andare da Palermo a Punta Raisi è tipo andare dal tabacchino). Appena fuori dall’aereo non sapevamo dove cazzo erano i pullman che ci avrebbero portati in centro e dopo aver chieso a qualcuno ci indirizzano verso la zona giusta, dove incontriamo anche la prima delle 1500 persone italiane che abbiamo incontrato in 3 giorni. Era una specie di inserviente, una di quelle che ti dice dove devi andare per prendere il pullman va. Gli abbiamo chiesto alcune cose ad alla fine siamo saliti pagando mi pare 8 pound (curnuti). Il tragitto è stato abbastanza lungo anche se mi è sembrato ovviamente più lungo al ritorno, probabilmente complice anche l’opposto e comprensibile stato d’animo. Mi ricordo ancora quando d’improvviso dopo tipo un’ora di autostrada o comunque di statale siamo entrati finalmente in centro, e dalla viuzza coperta di palazzi nella quale eravamo siamo spuntati di fianco al Tamigi col Big Ben ed il London Eye illuminati sullo sfondo. Significava tipo "ecco, ora siamo a Londra". La prima stazione dove il pullman ha fatto fermata è stata Liverpool-Gerrard Street ma non era la nostra. Noi siamo scesi alla seconda che era Victoria Station, ed appena giù per la prima volta abbiamo dovuto fare i conti con il disorientamento totale, perchè avevamo sì una specie di mappa che ci diceva come si arrivava all’ostello, ma lì dove diceva che ci sarebbe dovuta essere la fermata dell’autobus, come per magia non c’era. Allora alla fine invece di perdere dieci ore a chiedere e capire come cazzo dovevamo fare abbiamo deciso si prendere (per la prima e per fortuna ultima volta) il taxi per arrivare a destinazione ostello. Stu cornutu e fangu (che fisicamente non ci sucate la minchia sembrava il papà di Manu) ci ha abbollato 9 sterline e 40 (più del pullman) per arrivare all’ostello (strada che fatta con la metro, come avremmo appreso nei giorni seguenti avremmo percorso in 5 minuti "con la minchia di fuori"). Comunque alla fine arriviamo, entriamo, ci presentiamo, paghiamo quello che c’era da pagare, io mettu firmi e cuasi e ci lassavu puru l’indirizzu e-mail, u nummaru ru telefonino e sapiddu nzoccu avutru. La stanza era tutto sommato carina e sinceramente ci aspettavamo molto peggio ricordando il commento di uno sul sito dal quale avevamo fatto la prenotazione (posto orrendo, sinceramente non riesco a trovarci niente di positivo). In effetti una cosa brutta c’era ed era il bagno. Nel nostro piano ce n’erano due. Uno aveva sopra la vasca da bagno un buco nel muro dal quale erano ben visibili i tubi all’interno e non è difficile immaginare traffico di schifezze varie lì dentro in un momento a caso della giornata, l’altro invece non si chiudeva a chiave perchè era rotto. Sparagno purtroppo vuol dire anche questo, ma in compenso in quanto a posizione stu ostello era troppo corna dure. A tre minuti a piedi dalla stazione della metropolitana "South Kensington", ad un minuto da uno che vendeva cose da mangiare e da bere aperto 24 ore su 24, e soprattutto "not very faaaaaaaarrrrrr" da Piccadilly Circus. La prima sera infatti, dovevamo andare a vedere sta Piccadilly Circus e chiediamo ad una specie di poliziotto che era fermo fuori la stazione della metro. Questo ci fa: "Piccadilly? Oh, it’s not very faaaaaaarrrrrrrr" e ci da le indicazioni. Credetemi se vi dico che ci siamo fatti almeno un’ora a piedi. No tanto non ci credete. Non avete idea di quanta strada ci siamo fatti. In pratica abbiamo fatto il perimetro di Hide Park a piedi, una cosa che non si può spiegare perchè Hide Park è lungo quantu sirici stadi ì futbol. Comunque ci consola l’idea che subito dopo che questo ci ha dato questa indicazione magari un camion su sbucciò paru paru e ci scipintò u ciriviaddu, quindi siamo più tranquilli. Comunque alla fine riusciamo ad arrivare nna sta cazzu ri chiazza (che sinceramente mi sono seeeempre immaginato moooolto più grande) alle 5 di mattina quasi, infatti un c’era un cani. Abbiamo aspettato che si facessero le 5 e mezza (orario in cui apre la metropolitana) e ci siamo fatti la tanto discussa "Travel Card" che a Londra è più utile della carta d’identità. Se andate a Londra e non vi fate la Travel Card vi conviene tornare direttamente a casa, oppure partite cu 500 euro sulu pi caminari perchè i biglietti della metro e dell’autobus costano un futtiu i picciuli, mentre con la Travel noi pagando mi pare 25 pound (ma sinceramente al momento un mi riuardu compretamente) avevamo una sorta di abbonamento valido per 3 giorni, 24 ore su 24 per tutti gli autobus e le metro comprese nelle zone 1 e 2 di Londra, le zone turisticamente parlando in assoluto più utili perchè c’e’ compreso tutto quello che volete vedere. Ad ogni modo, considerando che ho fatto sette metri di intervento solo per raccontarvi delle prime 6 ore, mi conviene fare un resoconto veloce di tutto il resto, sennò va a finire che sto intervento non lo legge nessuno e poi Mary m’incuiata riciannu "ooohhhh, ma interventi troppu luuuanghi faiiii, vordiri io mica haiu u tiampu i liggilli tuuuuttiiii, ma cmq nnì virè ciè". In poche parole abbiamo visto gran parte di quello che volevamo vedere (Big Ben, Westminister, London Bridge o Tower Bridge, London Eye, Piccadilly Circus, Buckingham Palace e tante altre cose che potete vedere anche dalle foto), ma moltissime sono le cose che invece non siamo riusciti a vedere (Abbey Road, British Museum [anche se almeno per mezz’ora ci siamo stati, ma in mezz’ora vedi tipo solo la portineria], National Gallery, Natural History Museum, Hide Park bello sistemato e tante altre cose) ragion per cui è già in programma un possibile secondo week-end a Londra. Naturalmente tanti sono gli aneddoti che potrei raccontare, tante piccole cose che ci hanno fatto apprezzare quella che sicuramente (dopo Baucina, Ficarazzi e Grisì) è una delle più belle città del mondo. Ovviamente per il motivo di cui sopra (Mary docet, e tutti l’avutri docet puru iddi) non posso dilungarmi ma qualcuno ve lo racconto lo stesso:

– Vabbè, il mitico "it’s not very faaaaar" lo conoscete.

– In un teatro dove facevano il pallosissimo musical "We Will Rock You" c’era la maschera che era ungherese. Quando gli abbiamo detto che eravamo di Palermo ci fa: "Palermooooo, maaaafiiaaaaa". E’ stato il solo che ci ha detto così, e subito dopo ci fa il gesto con la mano atto ad indicare la parolina "combriccola" e ci chiede: "are you looking for new business?". Bellu tipu, però simpaticunazzu. Andandocene lo abbiamo salutato col "baciamo le mani".

– Da KFC o comu cazzu si chiama alla cassa il tizio mi dice quanto dovevo pagare, ma siccome stavo parlando con Piero non l’ho sentito. Quando mi da le cose gli faccio: "I didn’t get the price", chistu mi scippa i picciuli rì manu, riri e mi fa "I only get the money".

– Dovevamo andare ad Abbey Road (anche se alla fine non ce l’abbiamo fatta più) e gli chiediamo a due Bobby se sapevano dove cabbaso era. Chisti intantu non la conoscevano e già sta cosa è assurda. Dopo due ore, uno finalmente alla domanda "you know Abbey Road?" ci fa: "Ahhhhh, Abbey Roaaaad… Beatles!!! Yellow Submariiineeee!!! Uhm…. No…. Sorry…", ma vascass….

– In un negozio di dischi spettacolare a cinque piani o sapiddu quanti (io gli ho chieso due cose e non ce l’avevano, bellu negozio ri dischi) gli dovevamo chiedere se avevano tipo qualche bootleg degli Oasis (sà, OASIS pà iassiri un gruppu?). Gli facciamo "Have you got any Bootleg?" e chistu un nni capiava. Noi continuavamo "Bootleg, bootleg" e chistu nianti. Alla fine gli facciamo lo spelling: "B-o-o-t-l-e-g" e chistu ddoppu tri uri: "Ahhhh, Bootlegs!"… Ma vafanculu… Senza "s" un u capisci e ca "s" u capisci? E’ comu si fazzu u panittiari, veni unu e mi fa "mi rassi tri toscanin". E io ci ricu "chiiii???". Puru ca un c’e’ a "I" u capisciu ca voli riri "toscanini". Ma comunque. Chistu alla fine nni talia e nni rici araciu araciu: "no, it’s illegal…". ^^

E poi tante altre cose che non dico perchè sennò ci vuole un blog sano soltanto per questo intervento. Comunque per chiunque volesse sapere qualunque cosa, il mio contatto è sempre lo stesso e se mi vuole "contattare" per qualche intervista o special di Lucignolo la mia tariffa è a dir poco sparagnusa.
Un salutu a tutti*.
Ciè…

*= Un saluto pure a Lucrezia che abbiamo conosciuto là.
Ciè arrè…

PS: Una nota di merito alle metropolitane che sono stupende, ed agli autobus che fanno 24 ore su 24. Un saluto anche agli scoiattoli.

PPS: Ciè…