Oggi sul 625 una signora anziana mi fa: "devi scendere come gira?". Eh? Sono rimasto due secondi a pensare, poi mi fa: "accanto all’edicola.", e io lì: "ah, si si…".
La signora anziana intendeva dire: "devi scendere alla prima fermata dopo la curva?", ma ha opportunamente scelto il "come" che si usa per tremila cose, ma non si dovrebbe usare per questo. Detta così com’era la frase poteva essere intesa in due modi:
1) Devi scendere VIRGOLA come gira?
Cioè, "Devi scendere, come gira?". L’intonazione della frase rende chiaro che c’e’ un solo punto interrogativo, quello finale. Quindi la signora non mi avrebbe chiesto: "Devi scendere? Come gira?", ma: "Devi scendere. Come gira?". Quindi in sostanza mi avrebbe ordinato di scendere, per poi chiedermi di mostrarle il movimento dell’autobus mentre gira ("come gira?"). Probabilmente mi sarebbe sembrata una richiesta alquanto strana, soprattutto perchè non avrei capito il motivo per mi stava (in maniera alquanto coatta) allontanando dall’autobus.
2) Devi scendere come gira?
In questo caso il "come" assume funzione di comparativo di assomiglianza, e la signora avrebbe inteso: "Devi scendere allo stesso modo di come gira l’autobus?", quindi mi avrebbe chiesto, in sostanza, se il mio modo di scendere dal suddetto mezzo pubblico sarebbe stato per lo meno simile allo "stile" utilizzato dal mezzo pubblico in questione per percorrere le curve.
Invece no, non intendeva ne una cosa ne l’altra. Ora, non mi venite a dire "ma era signora anziana", perchè l’uso a minchia di cane della parola "come" è una cosa comune a un casino di persone, da 10 anni in su. Siete solo una massa di ignorantoni e non potrete mai arrivare da nessuna parte perchè se dite "come arrivo ti faccio uno squillo" vuol dire che avete una conoscenza dell’italiano sotto lo zero. Ignorantoni. Nel lodare le vostre carenze grammaticali mi allaccio ad un post di qualche tempo fa sul blog di Adriana che parlava di quelli che non sanno "spiccicare una parola di italiano". Io sono favorevole al dialetto, e ormai lo sanno tutti, ma la conoscenza dell’italiano è a dir poco fonfamentale. Poi viene il dialetto, ma prima imparate a parlare, poi vi dedicate al dialetto.
Poi oggi mentre ero in via Michelangelo un altro super cervelloide genialoide di massimo 20 anni, sale sull’autobus con il cappello di Babbo Natale, e fin qui tutto normale (….). Io già lo guardo strano, pensando che magari è un pò stravagante, ma ognuno è fatto a suo modo. Ma quando sto brociolone con i broccoli tira fuori un cestino per le offerte, e si mette a girare dicendo "auguri, e Buon Natale" chiedendo spiccioli, mi viene veramente i futtillu a lignati. Senti, hai 20 anni, ma va travagghia invece i sucaricci a minchia e gianti. Siamo a Natale e siamo tutti più buoni? Cazzati. Pi mia pò fari a fami, picchì si testa i travagghiari unn’hai un biu picchì t’avissi a campari io a tia. Si t’accualli i girari comu un test’e’ cazzu sull’autobus, allura i sicuru t’accualli puru iri a pulizziari i scali. Va pulizia i scali e guaragni chiossai. Oppure la cachi, perchè di sicuro tu hai al massimo la terza media, e quindi all’80% appartieni a quella categoria di cretini che dicono "come" e intendono "ramurazzi" quindi se hai deciso di non frequentare più la scuola su cazzi tua. Ti piaciu fari chiddu granni e chiddu fuarti? Ora mettiti ntiarra e strica i scali. Nel dire questo mi allaccio ad un post di Diego che tempo fa, sul suo blog, diceva che tutti sti mendicanti per strada ci hanno sinceramente cacato la minchia. I mia picciuli un nni viriti. Itivinni e livativi i ravanzi.
Come vi vedo la prossima volta vi isu i manu.
Ciè…