Archivio per ottobre, 2011

Marcio

Posted in Senza categoria on 23 ottobre 2011 by campa100anni

Non so cosa mi aspetto da queste righe questa volta. Non so cosa mi aspetto che tirino fuori o che disegnino o che dicano. Non lo so proprio. Col tempo hanno perso credibilità, hanno smesso di bisbigliare tra le parole, hanno smesso di parlare. Neanche quando le rileggo. La magia, tutte quelle cosuccie di qualche tempo fa sono scappate via dalla finestra, scivolate via sotto la porta. E’ rimasta la stanza vuota, senza mobili senza niente. Una stanza grande e vuota dalle pareti…mmm…bianche? No, troppa luce non starebbe con tutto il resto. Nere? No, per carità. Forse grigie, un grigio intenso tendente al grigio delle nuvole. Ecco si, un grigio ci sta bene. Un grigio dispostissimo a diventare nero al calar del sole ma mai troppo, dal sole, illuminato da tramutarsi in bianco. All’ingresso in stanza lo spettacolo è proprio cosi. Una stanza vuota grigia. Accanto alla finestra, anzi sotto alla finestra, sul pavimento dorme una sagoma giallastra rettangolare, segno di un letto una volta piazzato li ma che adesso non c’è. Il muro è costellato di tanti piccoli buchi, ricordo di piccole cornici e di foto perdute anche loro. E poi basta. Mi avvicino al muro e disegno un omino, così, tanto per vedere se prende vita come una volta avrebbe certamente dentro quella stanza. No. Mi fissa proprio come l’ho disegnato io. Se n’è accorto anche lui che tutto è cambiato.

Le persone non capiscono. Non capiscono proprio. Non hanno occhi al di fuori di quelli sotto la fronte, non vedono col cuore, non vedono nulla. La gente nuota nelle cose più vergognose, si indigna di fronte a sue stesse abitudini, continua giorno dopo giorno incurante di tutto. Va avanti e non si guarda indietro, per ogni cosa che raccoglie ne perde due e non ha memoria storica. Non ricorda, non si rende conto, non fa il punto della situazione. E’ tutto uno schifo, è veramente tutto uno schifo. Non salvo niente. Non salvo proprio niente, è tutto marcio, tutto rotto, tutto inesistente. Sono a un punto morto, stavolta davvero, e non salvo proprio niente. Mi guardo intorno e non vedo nessuno e niente, mi guardo intorno e vedo solo delle mura grigie tendenti al nero ma lontane dal bianco, tanti piccoli buchi nel muro ed un rettangolo giallastro per terra sotto la finestra. Le armi sono sempre quelle ma ormai sono spuntate, caricate a salve, a volte nemmeno quello.

Quando si avvelena la fonte non ha importanza quanto sia grande la fontana, può essere anche enorme ma l’acqua resta avvelenata. Questo aspetto di me lo odio. Basta un niente, un cazzo di niente, e il veleno si espande. Non capisco proprio come faccia così velocemente e senza soluzione di continuità ma ha già ricoperto tutta la superficie e sta scendendo verso il fondo. Non è giusto così però, è ormai da tanto tempo dovrei averla già pagata. Tutto questo mi sembra francamente eccessivo, ormai è un vortice.  Ecco, pure le allucinazioni adesso. Va male. Va male male ragazzi miei. Piove, grandina, ormai tutto insieme. Dove lo trovo un benzinaio a quest’ora? Come faccio? Che mi invento stavolta? Consigli? Sì, e di chi? Chi me li da i consigli? Ma poi li accetterei veramente? Li seguirei? Bah non lo so. Siamo da soli. Siamo sempre da soli. Il cuore è l’organo più pericoloso di tutti anche del cervello. Perchè il cervello non riesce a fermare il cuore, il cuore invece si. Il cuore il cervello lo zittisce quando vuole. E ti fa incasinare in situazioni frustranti, angoscianti, senti l’angoscia crescere dentro di te, senti il tum tum dentro al petto come se… Non lo so come cosa. Le persone hanno un potere sconfinato. Ti fanno battere il cuore come un tamburo, ti fanno sudare, ti fanno fare tutto. Ogni persona è una porta ed ogni porta ha una chiave. E poi ti possono far fare tutto. Ti hanno in pugno, si impossessano di te ed escono quando vogliono loro sempre ammesso che lo vogliano. E’ tutto uno schifo, sono alla fine di un corridoio e fisso il muro perchè non so più dove andare. Voglia di non so nemmeno cosa. Non lo so, non lo so, non lo so.

Felicità cercasi

Posted in Senza categoria on 13 ottobre 2011 by campa100anni

And everything stands so still
Ci sono persone che mi mancano. Chi un un modo chi in un altro. Persone che ho perso e che non ritroverò mai. Che mi sono fatto sfuggire e vorrei non averlo fatto. E’ stata colpa mia ma non me ne accorgevo. Vorrei poter dire “almeno ho imparato la lezione” ma invece non me ne frega niente di averla imparata. Vorrei non aver perduto e non aver imparato. Che poi non sono così furbo, ho paura di non averla nemmeno imparata la lezione. Mi prenderei in giro se non fossi io. Che ancora la meno con questa storia. Ancora, dopo tutto quello che c’è stato dopo. Ma era giusto? Come sarebbe adesso? E’ incredibile che ancora ci pensi, che ancora se chiudo gli occhi vedo le stesse cose e ricordo gli stessi momenti. Il fallimento più grande, di gran lunga ma non doveva esserlo. Ancora adesso sei nei miei sogni, ancora adesso qualche volta mi sorprendo a guardare fuori dalla finestra lassù, la dietro. E l’altra sera mi sono addirittura avvicinato, roba da non credere, roba veramente da non credere. Avrei diecimila cose da dirti ma non le vorresti sentire e io non ho il coraggio di gridare. Le cose vanno male folks. Nella vita le cose vanno male. Se vanno bene vuol dire solo che devono ancora andarci, male. Ma state sicuri che ci andranno, prima o poi, in un modo o nell’altro. L’importante nella vita non è essere felici perchè non lo siamo per sempre. L’importante è averla assaggiata, almeno per un pò. Potere dire “io lo sono stato”, sapere che sapore ha. Ma poi dopo un pò qualcosa va storto, non è colpa tua lo so, non è colpa mia lo so è colpa di qualcosa di superiore che prima o poi arriva e sfonda. Boh non lo so. Forse generalizzo, forse è solo quello che provo in questo momento. E’ sempre una questione di sensazioni, tutto è una questione di sensazioni. I nostri occhi non vedono mai allo stesso modo, la nostra anima gli dice come guardare, come interpretare, come vedere. Io non sono felice, al momento. E scrivo della non felicità. Chissà che più in la non cambi registro. E’ così triste svegliarsi dai sogni belli, i sogni belli dovrebbero non finire mai. Non ti resta niente, puoi solo stringere il pugno quando il sogno finisce e ritorni a quello che sai.
…Every dream is just a dream after all.

delusa a mani vuote…

Posted in Senza categoria on 8 ottobre 2011 by campa100anni

Stasera la prima vera pioggia di fine Estate si è portata via il Venerdì sera. Si è portata via tutti, si è portata via il Drunks la Vucciria e tutto il resto ma la verità è che non si è portata via niente. Non si è portata via niente perchè non c’era niente da portarsi via. Qualche anno fa si sarebbe portata via in un sacco enorme una marea di cose, una marea di situazioni, di sensazioni, di frasi, di risate, di tutto. Stasera non si è portata via proprio niente. E’ arrivata tutta contenta, con il suo sacco vuoto da riempire e si è rimboccata le maniche. Pronta a raccogliere tutto quello che poteva, pronta ad ingozzarsi di tutto quello che le capitava a tiro è tornata a casa a mani vuote. Ultime notizie, cara pioggia, le serate attuali sono in saldo. Te le puoi prendere se vuoi, anche quella di domani, di dopodomani, di dopodopodopodomani te le diamo tutte. Quella famosissima notte di due anni fa, ormai, quel famoso “Addio a Palermo” alla fine si è rivelato addio a quasi tutto tranne che a Palermo. Ne è venuto fuori l’esatto contrario. Ne è venuto fuori un Salvo che svende tutti quei momenti che non avrebbe mai ceduto allora, un Salvo che non li difende, che non li attende, che non li vuole, che li ha cancellati. Quella sera ho dato l’addio a tutto un mondo, a tutto un modo di vedere le cose, di vedere la gente, di vivere le cose e di vivere la gente. Pensavo di dare l’addio ad un periodo della mia vita e l’ho perso, infatti, ma non come intendevo io. E non è una cosa semplice. Sono cambiato io ma non come volevo, non dove volevo. Non è tutto carbone, è solo una riflessione notturna, suggerita dallo scrosciare della grande delusa della serata fuori dalla finestra, ascoltata dal buio della mia stanza. E un’altra riflessione è questa: io burattino, io cretino, io sognatore. L’occhio è tornato a salire, ma stavolta mosso da differenti motivi. La storia si ripeterà, vedrò, e allora la smetterà solo per riprendere dopo un pò. Il cane che si morde la coda.
Avrà la coda di cioccolato.