Archivio per luglio, 2011

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Posted in Senza categoria on 5 luglio 2011 by campa100anni

…15 Dicembre 2009. Iniziava una nuova vita.
…6 Luglio 2011. Si torna a quella vecchia.
Ricordo, come se fosse ieri, la mia prima notte. Sono sceso a Liverpool Street con il pullman da Stansted ed era tutto nuovo. Ero già stato a Londra, ma abitavo da tutt’altra parte e non andavo da quelle parti, tutt’al più mi aggiravo a Camden o poco oltre. E allora scendo, come uno che arriva in un mondo enorme e c’era Piero che mi aspettava. Uella curò, abbracci vari e poi aspettiamo l’autobus. Piero non si ricordava quale dovevamo prendere ed allora via a chiedere agli autisti che passavano. C’era quella sensazione di tutto nuovo, la vita solo, il posto solo, le responsabilità che adesso dovevo fare tutto io. Pensavo che non ci sarei riuscito a lungo andare. Adesso sarà difficile dimenticarla, invece. Poi la prima notte, non me la scordo mai. Disfare la valigia, vedere una stanza che mi ero sempre immaginato in un altro modo. Vedere le mura che, ignare di tutto, avevano sorretto il soffitto nei mesi precedenti quando io soltanto pensavo di andare a fargli compagnia. Mentre mi facevo l’estate, loro lì senza divertirsi o almeno parlare con qualcuno. E poi la vista fuori. Da quel giorno ogni volta che guardavo fuori dalla finestra mi tornava in mente quella prima notte, era come se avessi fatto PRINT SCREEN nella mia mente ed ogni volta tornava alla memoria la prima notte. E poi la volpe. La prima notte fuori dalla finestra ho visto una volpe. Come a darmi il benvenuto, non so, ma tanto a volerceli trovare i significati nelle cose ci possiamo costruire tutti i castelli del mondo. E poi il tempo passa. Ed arriviamo a stasera. Altra stanza. Altra casa. Ed altre sensazioni. Ma in mezzo c’è un sacco di roba però, eh. Tra la prima e l’ultima notte dico. Tanta ma tanta roba. Tanti incontri, tanta gente che è entrata e uscita, qualcuna è restata, qualcuna avrei voluto che lo avesse fatto, altra se n’e’ andata subito, qualcuno è rimasto troppo, molti sono soltanto passati. Posti, cose, esperienze. Momenti. Non sono mancati. Questa è l’ultima notte che dormo fuori casa. Si, domani notte sono ancora qua ma sarò a Stansted, a lottare con le valigie, i check-in e la noia nel tentativo di far passare le 4-5 ore che mi separeranno dal tanto decantato ritorno. Goodnight moon, da dopodomani sarai luna, see you next time night, perchè ritornerai notte. Addio civiltà, addio sensazioni positive. Addio al bello delle cose, anche delle piccole cose. Addio al freddo, ciao ciao alla neve. Addio anche alla voglia ballerina di tornare a casa, fra due giorni diventerà, lo so già, desiderio di tornare qui. E allora non tornerò a leggere queste righe, vero biglietto d’addio a tutto quello che è stato. Perchè mi ricorderà di quando, all’una e un quarto di notte, me ne stavo a letto con una valigia ancora da fare, un manicomio di sacchetti sparsi per terra a fissare le verdi mura della mia stanza, il lucernario sul tetto, l’orsacchiotto di Francesca Montagna coperto dalla coperta di Sofie, gli zaini e le valigie di Stefano sul pavimento e pensavo che tornare non mi sarebbe piaciuto, non lo avrei nemmeno voluto ma che, comunque, doveva ancora accadere. Ero ancora lì mentre scrivevo ed allora ero comunque ancora dove dovevo stare. Le sensazioni che provo rileggendo quello che sto scrivendo mi tradiranno. Adesso sono sensazioni che hanno come punto fermo il fatto che Londra è ancora qua. Dalla prossima volta, invece, cambieranno sponda. Vero? Si, dai lo so che lo sto rileggendo tanto. Da quanto sono tornato, Sa? Come va? Uhm, ok basta. Si basta, la sto facendo un pò troppo grossa. Troppo brodo. Bà, torno e basta. Se non fossi io mi prenderei in giro per quanta pomata sto facendo ed allora bà, siamo obiettivi e coerenti. Sto tornando ed amen, non ce la suco più. Però spero, in silenzio, che domani il pilota non venga. O che magari gli rubino l’aereo. O che succeda qualcosa. Ma tanto non succederà niente… Ah, e poi, ora che ci penso… Mi sono giocato il desiderio. Domani anche se il pilota non venisse, se rubassero l’aereo, se succedesse qualcosa in realtà non cambierebbe niente. Perchè io parto dopodomani.
Ecco, visto?

Si torna a casa…

Posted in Senza categoria on 3 luglio 2011 by campa100anni

…il primo passo è togliere i poster. E tutti i biglietti dei concerti, le foto… Non è la prima volta che devo toglierli, è la seconda actually, ma questa è di gran lunga più ardua. Lo devo fare da tre ore, ancora non ho iniziato. Perchè iniziando riconosco ufficialmente che è iniziato il countdown. Ma faccio meglio a cominciare però. Sono già le dodici meno venti e mancano solo due giorni e ancora non ho fatto nulla. Devo andare in banca, devo fare tutte le valigie, devo preparare tutto, devo decidere cosa portare ora e cosa dopo. Devo non dimenticarmi niente perchè non so quando torno. E anche quando tornerò non sarà la stessa cosa. Tornerò da turista, da uno di quei millemilioni di italiani fotocopiati con gli occhialoni da sole e il sacchetto do Foot Locker o Sportsdirect.com. Non sarà lo stesso proprio. Avrò la Oyster sì vabbè, saprò cosa prendere si. Ma non sarà lo stesso. Com’è tornare? Come sarà tornare? Sarà boh. Non lo so. O forse lo so ma sono restio a scriverlo qui sebbene sappia che tanto non legge nessuno.  Ci siamo arrivati gente. That’s all folks. Si torna a casa. Contare i passi si dovrebbe. Quanti indietro, quanti avanti e capire dove sono rispetto a dov’ero. Lucidità, obiettività. Sorseggio la pinta sopra il comodino. One pint, dice lei. Nessuno lo dirà dopodomani. Chissà se la Oyster funziona sul 702. Chissà se esiste ancora il 702. Chissà dov’è Gosia. Ve la ricordate Gosia? Il “primo intervento del blog del nuovo corso”? Quello triste e un pò malinconico? Ve lo ricordate? In ogni caso se ve lo ricordate, sappiate che era per lei. Ormai lo posso pure dire, tanto chissà dov’è.  E la storia “Gli Occhi Delle Stelle”, l’avevo scritta perchè ero innamorato? Perchè era “di” qualcuno? No, non era di nessuno. Erano pensieri e stati d’animo raccolti da, boh, un pò che hanno trovato una forma quella sera ma non c’era nessuna, non allora.  E alla fine che cosa mi porto da Londra? Cosa mi ha dato Londra? Mi ha dato qualcosa o se l’è soltanto preso? Beh, se l’è preso sicuramente, qualcosa Londra se l’è preso, ammazza se se l’è preso. Ad occhio e croce direi… uhm… uno, due, tre, quattro… Forse quattro ma potrebbero essercene altre. Me ne ha date, anzi meglio, me ne ha LASCIATE? Sì, chiaro che sì. Fuori poco, dentro tanto. Forse sono proprio quelle le più importanti, no? Quelle dentro? Sono più alto? Peso di più? Forse. E dentro? Sicuramente. E allora la ringraziamo o no? Le diciamo “grazie di tutto” o “mi aspettavo di più”? Che cosa le diciamo? Sei stata brava, Londra, ti sei comportata bene? Oppure dobbiamo chiamare i tuoi genitori? Oppure ti devi impegnare di più? Non sarà lo stesso da dopodomani, un pò tutto, molto tutto. Sarà nuovo, tornerà ad essere vecchio. Scambio sfavorevole forse, ma in fondo, forse, mi ha aiutato a vedere meglio le cose. Frasi fatte, forse nemmeno molto comprese ma che fanno presa. E allora vediamo come mi appari da lontano, Londra. Vediamo come mi sembri vista da fuori. E dopo un pò, vediamo se mi manchi ancora o no. Ti stringo la mano, per ora. Ti abbraccio per ora. Vediamo se mi farai piangere o no.
Goodbye m8.